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Digital Art Show

Bastione del Parlascio, Pisa
dal 19 Settembre al 12 Ottobre 2025
Opening 19 Settembre h. 19.00

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Foto dell'artista

Zhang Wenchao

(nato nel 1985 a Pechino) è un artista con base a Pechino che esplora l’esperienza umana e l’immaginazione in ambienti mediati attraverso “dati” e “tracce”. Le sue opere spaziano tra media temporali, programmazione interattiva, arte algoritmica e mondi virtuali immersivi, fondendo arte, scienza e memoria culturale. Ha conseguito la laurea triennale e magistrale presso la CAFA, dove è docente e Direttore del dipartimento di Arte e Tecnologia. È inoltre Research Fellow presso l’Institute of Sci-Tech Arts della CAFA e collaboratore del HKUST–CAFA AI and Art Lab.

90 Minutes of Cosmology

“90 minuti di cosmologia” è un’installazione artistica digitale e interattiva. Essa simula la traiettoria orbitale di un satellite attorno alla Terra: attraverso un pannello di controllo, il pubblico può liberamente cambiare i punti di osservazione e assistere così alle esplorazioni scientifiche e alle visioni artistiche del cosmo prodotte da civiltà diverse in epoche differenti. “90 minuti” è il tempo necessario a una navicella spaziale per compiere un’orbita completa intorno alla Terra. La proiezione della sua orbita sulla superficie terrestre è chiamata “traccia a terra del satellite”. Questa traiettoria attraversa rapidamente vari ambienti naturali e confini nazionali, incontrando di continuo la superficie fisica del pianeta. Nell’opera, a questa traccia terrestre è attribuito un nuovo significato culturale: essa connette le coordinate spaziali delle diverse civiltà, presentando le loro esplorazioni scientifiche e immaginazioni artistiche del cosmo lungo la storia, invitando il pubblico a intraprendere un viaggio culturale che trascende tempo e spazio. In questa mostra Unframed viene presentato un frammento selezionato dell’opera, focalizzato sul modo in cui la Cina, in vari momenti storici, ha osservato e rappresentato artisticamente l’universo.

II. Dati e narrazione: struttura dell’opera
90 minuti di cosmologia assume come materiale principale il “dataset”, esplorando nuove forme di letteratura di viaggio nell’era digitale. L’opera è composta da tre parti interconnesse: la traccia orbitale del satellite che costituisce la struttura di base; i testi tratti dalle civiltà e culture diverse, comprendenti oltre 700 estratti in dieci lingue differenti; e le immagini testuali e visive, come pittura, calligrafia e fotografie storiche, che ampliano ed estendono i testi. Attraverso l’interconnessione di dati e testi, lo spettatore, modificando la posizione del satellite, può cambiare la sequenza di comparsa delle immagini e dei testi, sperimentando una forma particolare di “navigazione spaziale-letteraria”. Questo metodo tecnologico apre nuove possibilità narrative, simili a quelle della scrittura vincolata della letteratura “Oulipo”. Le tracce a terra del satellite non collegano soltanto le coordinate geografiche, ma intrecciano anche le immaginazioni cosmiche delle civiltà, costruendo una mappa culturale che oltrepassa confini temporali e spaziali. L’opera trasforma così tecnologia e scienza in linguaggio artistico: orbite, dati e algoritmi non sono semplici strumenti, ma nuove modalità espressive che offrono prospettive inedite e un’esperienza che fonde conoscenza scientifica e immaginazione poetica.

III. Unframed: quando l’immaginazione cosmica incontra Oulipo
“90 minuti di cosmologia” trae ispirazione iniziale da un progetto artistico a bordo della Stazione Spaziale Cinese. Durante la fase ideativa, l’artista è stato colpito dalle parole dell’astronauta italiana Samantha Cristoforetti che, dopo essere stata nello spazio, pubblicò in cinese sui social una frase per descrivere la visione del cosmo: una citazione tratta dai versi di Wang Bo (“Prefazione al padiglione del principe Teng”): “Quando si contempla l’immensità del cielo e la vastità del cosmo, l’animo si riempie di emozione. Non servono strumenti musicali, né vino o banchetti: l’universo stesso basta a estasiarci.” Questa frase poetica, tradotta e condivisa nello spazio, è stata per l’artista uno stimolo a riflettere sulla possibilità di un nuovo linguaggio culturale e artistico che colleghi diverse civiltà attraverso l’universo. Anche se in epoche differenti le visioni del cosmo sono state diverse, l’emozione e la contemplazione dell’infinito restano comuni a tutta l’umanità. L’arte diventa così linguaggio di comunicazione interculturale, capace di creare un ponte tra scienza e sensibilità estetica. Questa edizione della mostra Unframed è la prima a presentare il riflesso dell’interazione tra letteratura e tecnologia digitale, rivelando come la Cina abbia dialogato con esperienze cosmiche internazionali e aperto un nuovo campo di espressione artistica.